Dilemmi Digitali: Come nutrire la Depressione cibandosi di Social Media

Sei stanco di scrollare il tuo feed e sentirti sempre più inadeguato?

Benvenuti al party dei “cult” della miseria digitale, dove il confronto è di moda e l’autostima è fuori stagione. Dove l’invidia è il piatto del giorno e l’autostima è ridotta a brandelli.

Siamo immersi in un mare di like e follower, ma le correnti della competizione, del confronto e dell’autocommiserazione minacciano di trascinarci ancor più verso il fondo.

La Realtà Distorta dei Social

I social media sono il palcoscenico dell’assurdo, dove tutti recitano il loro ruolo di felicità e successo con maestria. Ma sotto le luci sfavillanti, dietro ogni selfie impeccabile, c’è una realtà distorta che spesso ci sfugge, talvolta un abisso di insicurezze e dubbi.

Questi palcoscenici digitali sono il nostro migliore amico e peggior nemico, progettati per mostrare solo la vernice lucida delle vite nostre e specialmente degli “Altri”, in modo che appaia sempre solo il meglio, creando un’illusione di perfezione che fa sembrare la nostra reale esistenza un fallimento epico

Sinèddoche

E tu, sei mai caduto nella trappola della sinèddoche?

Non ti preoccupare se non sai cosa sia, non è esattamente la lezione del giorno nella scuola della vita. Si tratta di una figura retorica in cui una parte viene usata per rappresentare il tutto.

Esempio: l’espressione “rimanere senza tetto” è un modo per intendere “senza dimora”, utilizzando la parte (il tetto) per intendere il tutto (la casa).

In parole povere, applicando la sinèddoche ai social, accade questo: ci basta vedere un pezzetto di paradiso su Instagram – un mare turchese con un flute di prosecco in bella vista – e boom, ci convinciamo che l’intera vita di qualcuno sia un inno alla perfezione. Ma ragazzi, è solo un’illusione.

E perchè?

Perché i social sono progettati per mostrare ciò che c’è, non ciò che manca. Non troverai mai un post su Instagram che urla disperatamente le insicurezze dietro l’immagine patinata. Non troverai mai un’immagine del mare che mostri la mancanza di una barca.

Come puoi vedere in vetrina quello che una persona non ha? Non puoi. Ecco perché, anche dietro il sorriso più luminoso, si nascondono tempeste interiori che non vengono mai mostrate.

Dietro famiglie del Mulino Bianco, si nascondono disfunzionalità perverse che per cultura, rappresentabilità sociale, timore del giudizio e vergogna o imbarazzo, seguono il famoso filone del “i panni sporchi si lavano in famiglia” o “vizi privati, pubbliche virtù”.

Dal Piano Immaginario alla Caduta nella Disistima

Ma come si passa dal credere al piano immaginario e illusorio delle vetrine in un cui è il Meglio a essere in saldo, allo sprofondamento sempre più autodistruttivo nella depressione e nella disistima? 

È un viaggio subdolo e pericoloso, in cui ogni scroll sembra un passo più vicino all’abisso.

Inizia con una innocua occhiata ai profili dei tuoi amici. Ti imbatti in foto di viaggi mozzafiato, successi professionali e relazioni perfette.

Inizia a sentire un pizzico di invidia, ma pensi di poter gestire la situazione. Dopodiché, il confronto diventa sempre più ossessivo. Cominci a misurare ogni tuo successo e insuccesso rispetto a ciò che vedi online.

E la cattiva notizia è questa: ci sarà sempre un richiamo a qualcosa che ti manca. Che lui ha e tu no. La tua autostima inizia così a scivolare via come sabbia tra le dita, fra domande sul perché e sul per come ti ritrovi nel gruppo dei “e io no”.

Ti ritrovi allora a confrontarti costantemente con un te stesso puramente ideale, quel te stesso che “se solo avesse avuto/fatto/detto”, un te stesso in pratica irraggiungibile perché inesistente e autoprodotto dall’immaginazione disfunzionale che diventa rimuginio, e ti porta a dimenticare che la vita reale è fatta di alti e bassi, di sfide e trionfi, ma anche insuccessi e fallimenti. Per tutti gli esseri umani.

Rimedi Anti-Illusione

Ma c’è speranza anche per i più scettici tra noi. Ecco come puoi navigare tra le acque torbide dei social, tenendo a bada i trigger che come un canto delle sirene ti inducono al disamore per te stesso: 

Smantellare le Illusioni: Smascherare la finzione online e riconoscere che la vita reale è molto più varia e complessa di quello che appare sui social media.

Confronto con il Passato: Smetti di confrontarti con gli altri e confrontati piuttosto con te stesso di qualche tempo fa. Guarda quanto sei cresciuto, imparato, e sii fiero di ogni passo avanti che hai fatto.

Vita Reale vs. Vita Virtuale: Ridimensiona le aspettative rispetto alla vita online e investi invece tempo ed energia nelle tue relazioni reali e nelle passioni che ti fanno sentire vivo.

E se non ci riesci?

Se nonostante tutti gli sforzi, ti trovi ancora intrappolato nell’abisso della disistima digitale, non c’è niente di sbagliato nell’ammettere che hai bisogno di aiuto.

Rivolgiti ad uno psicologo o a un terapeuta. Non è una sconfitta, ma una necessaria iniziativa per imparare a guardare oltre ciò che manca e dare valore a ciò che c’è.
Parla con qualcuno che può aiutarti a navigare in acque più calme e a riconnetterti con la tua vera essenza, al di là delle illusioni dei social media. Non è una soluzione magica, ma può essere il primo passo verso un cambiamento positivo nella tua vita digitale e reale.

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